In un mondo in cui, a volte, la quotidianità ci incolla crudelmente alle concretezze e alla materialità della vita reale, un buon libro è sempre un buon metodo per volare via, con la fantasia e con l’anima, e per far svolazzare i nostri sogni. E allora, se di sogni si sta parlando, non è un libro comune che dobbiamo leggere ma Fai bei sogni di Massimo Gramellini è quello giusto per chi, come me, ha avuto il desiderio di sognare.
Molti conoscono Gramellini nel mondo del giornalismo ma non tutti lo conoscono come scrittore. A pochi mesi dall’uscita del suo ultimo libro “La magia di un Buongiorno”, opera che racchiude una raccolta di corsivi che da quindici anni scrive per il giornale in cui lavora “La Stampa”, facciamo un piccolo passo indietro e ricordiamo uno dei maggiori successi del giornalista torinese.
Fai bei sogni, rimasto in top 10 per 50 settimane, è la vita di un bambino, diventato ragazzo e poi uomo. Quest’uomo è Massimo; un romanzo autobiografico che racchiude il percorso della sua vita, fin da piccolo, raccontando il rapporto conflittuale e distante con il padre, la passione per il giornalismo, un matrimonio fallito e soprattutto il grande dolore provocato dalla perdita prematura della madre.
Massimo aveva solo nove anni quando diventò orfano e l’assenza della figura materna è il filo conduttore dell’intera vicenda e della sua intera vita. La paura di dimenticare il suo volto e la sua voce, l’assenza di un caloroso abbraccio, ma soprattutto la rabbia e il rancore di una madre che ha deciso di andarsene troppo presto.
Un’anima infelice quella di Massimo: “I sogni sono radicati nell’anima e la mia era fuori”.
Solo alla fine del racconto e già in età matura, Massimo scoprirà come sono andate realmente i fatti quella mattina del 31 dicembre del 1969, quando si svegliò senza più una madre. Sarà la sua anima gemella Elisa a dargli la forza di vivere e continuare, ma soprattutto la forza di perdonare, unica salvezza umana possibile per continuare ad amare.
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